"Ogni
mattina in Africa, una gazzella si sveglia, sa che deve correre più in fretta
del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa, un leone si sveglia, sa che
deve correre più della gazzella, o morirà di fame. Quando il sole sorge, non
importa se sei un leone o una gazzella: è meglio che cominci a correre." - William Shakespeare.
Non
sempre quando cambiamo vita lo facciamo a seguito di una decisione ponderata e
ragionata: molte volte siamo travolti da fatti che non dipendono da noi, da
decisioni di altri che subiamo e che ci proiettano in un mondo fino ad allora totalmente
ignoto, della cui esistenza non ci eravamo mai accorti avendo sempre vissuto
condizionati da concetti come competitività, efficienza, massima produttività, massimo
profitto, eccetera.
Necessita
oltre un anno per prendere le distanze dalla realtà alterata in cui si era
immersi, ma recuperati i tempi naturali dell’esistenza umana, si inizia a realizzare
che probabilmente chi incontriamo casualmente per strada sia, a suo modo, “fuori di testa”.
Un
giorno percorrevo una strada statale senza fretta, rispettando il limite di velocità.
Le macchine dietro me hanno iniziato a farmi i fari, a suonare e quando
hanno iniziato a superarmi, protestavano esprimendosi con gesti molto eloquenti
che comunicavano la disapprovazione per un pazzo che, senza fretta, guidava
rispettando le regole. Io guardavo e con tristezza pensando che un tempo anch’io
soffrivo dello stesso male ma ora, forse, ero guarito.
Qualche
giorno fa ho incontrato un collega. Ci siamo incrociati davanti alla porta di
ingresso di uno stabile, provenendo da direzioni opposte.
Non a caso e, forse, in tutti i sensi.
Non a caso e, forse, in tutti i sensi.
Mi ha
colpito quando, volendo tagliare corto, mi ha liquidato dicendo che lui era
sempre di corsa e che non aveva tempo nemmeno per respirare.
Io
ho sorriso scrollando il capo, e, riconoscendo in lui me stesso pima di
cambiare vita, ho riflettuto su quale potesse essere il messaggio percepito dal suo prossimo a seguito di un uguale incontro casuale.
Certamente
il collega si sarà allontanato pensando di aver lasciato in me un’immagine di
efficienza, di successo e di massima operatività.
I
miei occhi hanno invece percepito l’immagine di una persona stressata, in
affanno e in qualche modo priva di lucidità in quanto incapace di instaurare un
minimo di relazione dialettica: l’esatto contrario di quello che, forse, dovrebbe
trasmettere chi svolge l’attività di consulente, ossia una persona che si
propone come riferimento per risolvere i problemi degli altri.
Avendo
ora il tempo per svolgere dei pensieri e per crearmi delle opinioni ponderate,
ho iniziato a pensare alla qualità della vita che conducevo e che ora vedevo
riflessa nel mio collega che nel frattempo si era allontanato coperto da un
velo di sudore nervoso, portando con sé, in un alone, l’odore di sigaretta che lo accompagnava.
Ma che vita facevo? Tutto di corsa, senza nemmeno il tempo di fermarmi a parlare con chi incontravo se non per esprimere frasi di circostanza: cretinate che terminavano quasi sempre con una battuta insulsa che procurava una risata nervosa e senza gioia, per chiudere con un “ciao” vuoto. Mai il tempo di apprezzare un tramonto, di accorgermi del ritorno o della partenza delle rondini, di passare un pomeriggio parlando con un amico.
Eppure
io quei momenti li ho vissuti e li ricordo, ma ora erano nascosti dietro un
angolo della mente, distanti quanto i miei vent’anni.
E
così il pensiero è inevitabilmente andato a quei compagni di viaggio venuti
meno perché ha ceduto il cuore, una vena o il cervello: quasi tutti erano
persone super efficienti, stressati dal dover dimostrare di essere iperattivi,
sempre migliori, rampanti, competitivi, vincenti.
Tanto
vincenti da essere arrivati per primi al “traguardo” della vita.
Recuperiamo
i tempi naturali del vivere quotidiano per essere più credibili anche nelle
nostre professioni.
Cerchiamo
di essere noi stessi a prescindere dalle aspettative degli altri: rispettiamo i
tempi naturali del nostro corpo e della nostra mente.
Cambiamo
vita. Non cerchiamo di essere improbabili leoni o gazzelle; prendiamo
consapevolezza di essere solo degli esseri umani: organismi prodigiosi che
devono vivere secondo il ritmo naturale dei battiti del proprio cuore, a riposo.
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